Con il termine "fresco" o "buon fresco" si intende la pittura murale nella quale i colori sono diluiti in acqua e distribuiti su un intonaco fresco. In tal modo, per reazione tra l'intonaco la
calce e il carbonio dell'aria, i colori vengono fissati fino a diventare insolubili e acquisire una forza solida. Questa reazione chimica prende il nome di "carbonatazione ", secondo
la formula:
Ca (OH)2 + CO2= H2O+ CaCO3
L'idrossido di calcio si combina con l'anidride carbonica e si ottiene carbonato di calcio + acqua che evapora. Nella fase di asciugatura della malta, l'acqua va verso la parte esterna della
superficie dipinta e buona parte dell'idrossido di calce forma la pellicola che diventerà carbonato di calcio colorato. La pittura a fresco, che è una gloria dell'arte italiana, è considerata tra le
tecniche artistiche più impegnative.
Anche se i materiali sono semplici (sabbia, calce, acqua, terre colorate), l'esecuzione richiede una prontezza che deve riflettersi in quel modo sicuro e risoluto, citato da Vasari. Michelangelo
stesso la definì "la pittura degli uomini". In realtà, per dipingere l'affresco si deve avere la padronanza del mestiere, abilità e determinazione, così come la capacità di comporre su grandi
superfici. A sua volta Cennino Cennini scrisse che "l'affresco è il più dolce e il più vago lavorar che sia" perché dà straordinaria emozione e soddisfazione. L'affresco è stato impiegato in tutte le
epoche nei paesi del Mediterraneo ed è il sistema pittorico che ha resistito più a lungo nel tempo. Plinio e Vitruvio sono le fonti più autorevoli per le pitture murali romane, in testi medievali
abbiamo Cennino Cennini e nel Rinascimento Giorgio Vasari.
L’affresco si compone di tre elementi supporto, intonaco, colore e di tre fasi di lavorazione : stesura dell’arriccio, spolvero e realizzazione della sinopia, divisione in giornate e realizzazione delle stesse.